Qua trovi i dati riguardanti la dimensione della fame al mondo, le sue cause e le soluzioni possibili


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Le cause reali del problema della fame nel mondo

Le cause reali del problema della fame nel mondo


Nella cognizione della società contemporanea esistono molti stereotipi riguardanti le ragioni del fenomeno della fame e della malnutrizione. Tante persone sono convinte che questo problema sia legato al fenomeno della sovrappopolazione presente nei paesi in via di sviluppo. Effettivamente l’aumento della popolazione mondiale è notevole, addirittura inverosimile. Nel 1960 nel mondo vivevano 3 miliardi di persone, nell’arco di appena 14 anni, dal 1960 al 1974, la popolazione mondiale ha superato i 4 miliardi. Attualmente sul nostro pianeta abitano più di 7 miliardi di persone. Tuttavia non è questa la causa del problema della fame al mondo. Un’analisi geografico-demografica mostra che l’enorme popolazione in determinati territori non genera “automaticamente” il manifestarsi del disastro della fame in queste zone. Le cause di questo terribile problema sono invece soprattutto da ricercare nella cosiddetta povertà estrema. È uno stato che si manifesta quando una famiglia non ha la possibilità di soddisfare i suoi bisogni vitali. Queste sono le possibili cause della povertà:


- stasi economica

- posizione geografica (la mancanza di ricchezze naturali, mancato accesso al mare, un clima sfavorevole)

- debiti eccessivi e problemi a rimborsare i crediti

- governi inefficaci (mancanza di investimenti, corruzione strisciante)

- barriere culturali (discriminazione razziale, discriminazione delle donne)

- limitazioni nel commercio internazionale (molto spesso le sanzioni economiche rivolte contro dittatori locali colpiscono la popolazione)

- economia non innovativa

- conflitti armati


Bisogna sottolineare che il problema dell’accesso agli alimenti causa spesso la morte precoce non necessariamente provocata dalla fame ma dalle malattie che si sviluppano su un territorio geografico specifico e rimangono non curabili. Esistono diversi studi riguardanti la dimensione di questo problema. Alcune di queste ricerche hanno dimostrato che nel mondo ogni 5 secondi un bambino muore a causa della malnutrizione. Ci sono inoltre altre stime che indicano 76 decessi al minuto, e 57 sono bambini. Un altro problema è costituito dalle malattie degli occhi, provocate dalla malnutrizione. Ogni anno, solo nell’Estremo Oriente, 100 mila bambini perdono la vista proprio per questo motivo.

Quante persone, tra quelle affamate, possono contare su un qualche aiuto? I dati sono sconvolgenti – solo l’8%. Com’è possibile nel mondo contemporaneo, un mondo così ricco ed evoluto? In un mondo in cui alle università si insegna l’etica e si parla spesso dell’esistenza di una cultura sublime e intellettuale? La presenza di questo problema deriva sicuramente da un sistema imperfetto di governo nelle società del mondo. Viviamo in una realtà in cui i governi (eletti spesso a suffragio universale) cercano di soddisfare soprattutto bisogni materiali di determinati gruppi sociali, perdendo di vista la prospettiva più ampia e contraddicendo frequentemente l’esistenza di problemi fondamentali e drammatici. L’homo sapiens è una specie caratterizzata da un cosiddetto sciovinismo della classe umana – una rivalità con il mondo degli animali per l’egemonia e per la sopravvivenza sulla terra. Tuttavia questo sciovinismo “fiorisce” anche all’interno della popolazione umana, spesso condannando al rifiuto e alla sofferenza la gente di diversa provenienza etnica o diverso colore della pelle. Possiamo, quindi, essere orgogliosi della società e della cultura da noi costruita se ci manca l’empatia verso l’altro su un livello così fondamentale quale la cura della sua sopravvivenza biologica?

L’Africa nera esiste e sta morendo (intendendo i suoi uomini) a poche ora di volo da Parigi o Londra. Per di più, molte delle potenti organizzazioni internazionali (come ad esempio il Fondo Monetario Internazionale) cercano di diffondere miti sulle presunte cause della fame nel mondo. Ecco alcuni:

– la Terra non è in grado di nutrire tutti gli uomini

– la sovrappopolazione mondiale è la causa della fame nel mondo

– la crescita della popolazione sicuramente colpisce la gente povera e mette in moto una spirale di malnutrizione

– il problema della fame è collegato al deficit di suolo agricolo

– non ci possiamo permettere di nutrire tutti, è un costo troppo alto


Tuttavia, le ricerche scientifiche mostrano che il nostro pianeta è in grado non solo di nutrire tutti i suoi abitanti ma anche di produrre eccedenze alimentari! Non esiste un collegamento tra la densità della popolazione e la presenza del problema della fame in un dato territorio. Servano d’esempio il Brasile ed il Senegal: paesi caratterizzati da una bassa densità di popolazione. In questi paesi si mostrano enormi differenze sociali e si presenta il fenomeno della povertà estrema. Purtroppo la tesi sulla presenza di una relazione tra l’alta densità e la diffusione della fame in uno specifico territorio, sono incoraggiati dalla cultura occidentale e queste idee spesso appaiono nelle pubblicazioni scientifiche.

Questo serve per tutelare certi interessi egocentrici, quali ad esempio: la protezione dei propri mercati contro un afflusso eccessivo di prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo. Il ricco Occidente spesso consente la presenza del problema della fame e della povertà non volendo permettere nessun squilibrio nell’”ordine” economico vigente e producendo stereotipi che suggeriscono l’impossibilità di risolvere il problema. Il manifestarsi del problema della malnutrizione in un dato territorio non è neanche legato alla carenza di suolo agricolo. Nei paesi colpiti dalla miseria e dalla povertà, grandi tratti di terra spesso restano incolti. Succede anche che le superfici agricole vengano utilizzate non per la produzione di alimenti ma di beni di lusso come il caffè, il tabacco o il tè. Un’ulteriore causa del problema della malnutrizione è un’irrazionale politica alimentare. Per nutrire, ad esempio con la carne, una persona per un anno, bisogna seminare 12 ettari di suolo agricolo per allevare gli animali. Invece per nutrire una persona con prodotti cerealicoli, basta seminarne solamente un ettaro! Un enorme problema rimane sempre quello di un’asimmetrica e perfino assurda distribuzione mondiale degli alimenti. La sua quantità basterebbe senza problemi per alimentare tutti gli uomini affamati. Tuttavia nei paesi ricchi e sviluppati gli eccessi alimentari vengono semplicemente distrutti. Molto spesso è la politica assolutamente crudele dei produttori e dei distributori di generi alimentari, i quali vogliono ottenere prezzi soddisfacenti dei prodotti e non permettono la presenza di un’eccedenza alimentare che provocherebbe un calo dei prezzi sui mercati mondiali. Un sistema economico malfunzionante e distorto può avere un impatto non solo globale ma anche locale. Ad esempio nel Bengala, nel 1943 si è presentato un grande boom economico, mentre la produzione degli alimenti è aumentata del 9%. Nonostante questo, 3 milioni di persone sono morte di fame. È accaduto perché la crescita economica è stata accompagnata dall’inflazione che a sua volta ha generato un aumento dei prezzi del cibo. Nel mondo contemporaneo ed economicamente evoluto le priorità sono la crescita economica e la realizzazione del desiderio di vivere una vita agiata, circondati spesso da costosi e moderni gadgets. Ma allo stesso tempo spariscono le relazioni umane e si scorda l’empatia. Quando aumenta il numero della gente povera in una specifica realtà sociale, molto spesso intervengono le organizzazioni non governative per colmare la lacuna che allora si crea, anche in una società ricca. La lotta contro i problemi della popolazione emarginata non costituisce ancora una priorità per gli uomini al governo. Bisogna concludere con tristezza che i vertici del mondo contemporaneo ingannano spesso sé stessi e le popolazioni, manifestando un enorme interesse nel risolvere il problema della fame. Abbiamo dunque una grande quantità di conferenze, simposi ed incontri, spesso ad “alto livello”, dedicati al problema della povertà e della malnutrizione. I partecipanti generalmente esprimono una grande compassione per la gente affetta dal problema della fame e delle malattie ad essa collegate e manifestano il loro essere coinvolti nella questione. Purtroppo, alle dichiarazioni non seguono azioni concrete ed efficienti e non vengono prese decisioni chiave di importanza strategica. Molte volte le azioni reali che consistono in una riorganizzazione delle culture di coltivazione della terra in uno specifico territorio, oppure nella costruzione dei pozzi che garantiscono l’accesso all’acqua, vengono intraprese, se non da poche grandi organizzazioni, solo da piccole fondazioni condotte da volontari. Bisogna però sottolineare che tra i miliardari ultimamente sta aumentando la consapevolezza del problema e vengono intraprese delle azioni concrete di soccorso. Un gran ruolo è svolto anche da grandi, e spesso potenti, fondazioni e organizzazioni che cercano di elaborare dei metodi migliori per risolvere il problema della fame.

Ciò nonostante bisogna mettere in risalto che molto spesso queste azioni spettacolari che restano solamente nella sfera delle dichiarazioni, non portano a nessun cambiamento. Il 6 settembre del 2000 negli USA si è tenuto il Vertice Millenario dell’Assemblea Generale dell’ONU. Quel giorno è avvenuto il più grande incontro tra i vertici dei paesi del mondo. Hanno partecipato 147 presidenti e primi ministri che hanno espresso una decisa volontà di lottare contro il problema della miseria e della fame. In quel contesto è stata promulgata la Dichiarazione Millenaria dell’ONU. In essa troviamo gli Obiettivi Millenari per lo Sviluppo che costituiscono un impegno nella lotta contro i problemi fondamentali della popolazione. La dichiarazione legata al problema della fame e della miseria ne presupponeva una diminuzione, fino al 2015, con l’impegno di dimezzare il numero di persone malnutrite rispetto al 1999. Nel 2016… possiamo affermare che l’obiettivo fissato dall’ONU durante l’assemblea delle massime autorità mondiali sia stato raggiunto?

Ancora una volta sono state delle dichiarazioni che non si sono concretizzate.


Il testo basato sulle ricerche di Urszula Zagóra-Jonszta


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