Qua trovi i dati riguardanti la dimensione della fame al mondo, le sue cause e le soluzioni possibili


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La fame nel mondo – dati essenziali

La fame nel mondo – dati essenziali


Per mostrare la dimensione del disastro umanitario che è il problema mondiale della
fame, bisogna definire il fenomeno generale che esso rappresenta. La fame possiede tre
significati che sono:
- difficili e dolorose sensazioni provocate dal bisogno di mangiare, dall’appetenza,
dall’appetito, ed è anche uno stato legato all’esigenza di riduzione della fame
- la mancanza di cibo su un territorio geografico definito
- una forte necessità di assumere cibo
La fame nel mondo si riferisce alla seconda definizione. A volte per specificarla viene
usato il termine tecnico di malnutrizione (malnutrition). Ci sono due tipi di malnutrizione
ovvero la malnutrizione proteico-energetica (protein-energy malnutrition, PEM) che
principalmente significa la mancanza di proteine e calorie: il cibo assunto si trasforma in
energia ed essa viene misurata in calorie, le proteine sono indispensabili per mantenere il
giusto livello di aminoacidi nell’organismo e per lo sviluppo dell’apparato muscolare. La
malnutrizione proteico-energetica è la forma più letale di malnutrizione e nuoce anche alla
crescita del corpo. Un altro esempio di malnutrizione è la mancanza di microelementi
(vitamine e minerali). Questo non è un problema legato al fenomeno della fame mondiale ma
rimane comunque una questione rilevante, legata alla carenza di vitamina A.
Secondo i dati della FAO dell’anno 2015, 795 milioni di persone nel mondo sono
cronicamente malnutrite. Questo numero è diminuito di 167 milioni durante l’ultimo
decennio. Inoltre nel mondo ci sono 162 milioni in meno di persone affamate rispetto agli
anni 1990-1992. Tuttavia ogni anno la fame continua ad uccidere più persone che l’AIDS, la
tubercolosi e la malaria messe assieme.
Il problema della fame riguarda quasi esclusivamente i paesi in crescita. Secondo i dati
della FAO 780 su 795 milioni di persone vivono proprio in questi paesi. La regione più
interessata del problema della fame è l’Africa subsahariana. Qui perfino un quarto, che è
esattamente il 23,2% della popolazione soffre a causa della fame. La malnutrizione provoca
persino il 45% di decessi nei bambini di meno di 5 anni che significa 3,1 milioni di bambini
ogni anno.
Per un neonato i primi 1000 giorni sono critici per la sua crescita. La mancanza di una
quantità di cibo sufficiente può causare disturbi di sviluppo. In molti casi già durante la
gravidanza, per il fatto che le donne siano denutrite, il feto non ottiene nelle acque la quantità
sufficiente di elementi nutritivi. Questo causa la presenza di difetti di crescita già nei
nascituri. 600 mila bambini sulla terra muoiono prima della nascita e uno su sei nasce
sottopeso.
Bisogna notare che il 60% delle persone affamate sono donne. Il problema della fame è
una sofferenza con la quale tante persone devono lottare per tutta la loro infanzia o anche tutta
la vita. 66 milioni di bambini che frequentano le scuole elementari sono affamati, 23 milioni
di loro sono bambini africani.
Su quali continenti il problema della fame è più frequente?
Sono:
- Asia – 525,6 milioni
- Africa subsahariana – 214 milioni
- America latina – 37 milioni
Il 70% di persone affamate vivono in zone agricole, il 50% sono membri di famiglie di
agricoltori.
Un altro problema è costituito dal mancato accesso all’acqua potabile e ai servizi
igienici. 663 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua pulita e 2,4 miliardi
ai servizi igienici. Ogni giorno migliaia di persone muoiono a causa del consumo dell’acqua
malsana oppure di diarree provocate dalla carenza di igiene. Nei paesi poveri, dove regna la
fame, la gente muore non solo per la malnutrizione. Molto spesso queste persone cadono
vittime di malattie e complicanze cagionate dall’assenza di assunzione di una quantità
sufficiente di cibo, come ad esempio la diarrea, la malaria oppure il morbillo.
Il progresso nella riduzione del problema mondiale della fame.
Finora, le iniziative di governi, organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale,
l’ONU o le strutture non governative, hanno portato qualche esito positivo. Secondo i dati
della FAO, nei paesi in via di sviluppo è stata annotata una riduzione del 42% del numero di
persone affamate nei periodi tra il 2012-2014 rispetto al periodo 1990-1992. Nonostante il
progresso, il 13,5% di persone nel mondo rimane cronicamente denutrito. Due terzi delle
persone affamate nel mondo vivono in Asia. In Pakistan e Bangladesh si è notato solamente
un calo marginale nella quantità di persone rispetto al periodo 1990-1992, mentre
nell’America Latina si è osservato invece il più grande successo nella lotta contro il problema
della fame.


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